Ogni spazio svuotato rischia di divenire terreno per la speculazione,
ogni spazio vissuto evita che questo accada.
Il quartiere Vanchiglia da tempo sta vivendo dei profondi mutamenti che tendono a stravolgere la geografia urbana, modificando di fatto gli spazi di vivibilità e di socialità dei vanchigliesi e delle vanchigliesi. Ma il quartiere è anche di chi ogni giorno lo attraversa, dei vecchi e dei nuovi residenti, delle studentesse e dei pensionati, delle famiglie e di chi ci si affaccia solo per curiosità.
Da anni il Comitato di Quartiere declina il suo agire politico alla riappropriazione degli spazi che lentamente ci vengono sottratti, perché vivere piazza S. Giulia senza macchine è riappropriazione, perché difendere un presidio sanitario territoriale è lungimiranza, perché parlare di gentrification è una presa di posizione, perché tenere aperto il giardino in comune è una restituzione a tutto il quartiere.
La zona pedonale Balbo è un piccolo tratto del nostro quartiere che ogni giorno attraversiamo per portare i nostri figli e le nostre figlie a scuola o all’asilo, per andare a fare la spesa o per portare a spasso il cane. È anche il luogo in cui il comitato ha spesso messo in campo le proprie iniziative per rivendicare spazi di socialità condivisa. Sappiamo anche che la zona pedonale Balbo, o le cancellate, sono luogo di spaccio. Ma lo spaccio non ha mai trovato e non potrà mai trovare spazio in un luogo come questo.
Lo spaccio non fa altro che arricchire i trafficanti. Non vogliamo che il malaffare e la speculazione trovino terreno fertile nel quartiere, che il profitto eroda sempre di più i nostri spazi. E non è una questione etnica, lo sappiamo, perché abbiamo visto spacciatori italiani, torinesi e non, africani e non solo alternarsi nello stesso ruolo. Non è una questione etnica perché le nostre figlie parlano lingue diverse, perché i nostri amici hanno colori diversi della pelle, perché i nostri vicini non sono nati tutti in Vanchiglia. Non abbiamo bisogno di sentire l’accento per non volere lo spaccio.
La migliore risposta che il quartiere può dare è quello di riprendersi gli spazi che la speculazione fin troppo rapidamente cerca di sottrarre alla comunità iniziando a riappropriarsi di quelli che da sempre sono luoghi di socialità, iniziando dalla zona pedonale Balbo.
Riprendiamoci_I_Nostri_Spazi